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Jonathan Compagnucci

Filmmaker

Sono un eterno sognatore, ma allo stesso tempo una persona molto razionale. La musica mi rispecchia molto perché è arte e matematica, metrica temporale e follia creativa. Abbiamo bisogno di darci delle regole e poi di romperle con coscienza e razionalità.

  • Solo così possiamo creare qualcosa...
  • qualcosa che possa arrivare...
  • che sappia disarmare l'indifferenza...
  • che faccia alzare lo sguardo...
  • che faccia sentire un tepore al cuore...
  • che lasci in silenzio, almeno per qualche istante.

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Un occhio esperto

Da bambino, mi capitava ogni tanto, di osservare dalla finestra, il postino arrivare in bicicletta con una grande borsa di pelle marrone, e mi chiedevo se anch'io da grande, ne avrei avuta una: magari per fare l'avvocato, l'ingegnere o chissà che cosa. Poi con il passare degli anni, seppur fossi bravo in matematica, capii che la scienza, le leggi, i numeri e tutto ciò che fosse quadrato, schematico e dettato da regole, non faceva per me. Ero una frana a disegnare: non potevo certo fare l'artista! Quindi sporcavo il foglio con macchie di colore a tempera, che mescolavo tra loro combinando tanti bei pastrocchi (a detta dei miei che speravano diventassi un ragioniere). Ricercavo l'astratto, l'indefinito, lo sfuocato. Ormai sedicenne, frequentavo il liceo (scientifico, non classico né artistico) con tante incognite sul futuro: avevo bisogno di trovare un modo per esprimere ciò che sentivo dentro di me, ma non avevo idea di come fare.

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Stile Cinematografico

Nell'ultimo anno prima della maturità, arrivò la svolta: in sella al mio motorino a presa diretta, coloratissimo e accattivante, sfrecciavo per le strade del mio paese e dei comuni limitrofi, collezionando kilometri come se dovessi segnare delle tappe, prima di arrivare al fatidico traguardo. Una sera d'agosto, quando insieme ad un paio d'amici, mi fermai a osservare il cielo ridente di stelle, vicino a una quercia secolare, ebbi un'illuminazione: volevo girare un film per raccontare le storie di noi adolescenti. I miei compagni mi guardarono come si guarda un pazzo schizzato; nei primi anni 2000, internet era poco diffuso e la tecnologia digitale era agli albori. Eppure un anno dopo stavamo montando quel “film”, 71 minuti per 23 ore di riprese, girato con mezzi di fortuna, sui vecchi nastri mini-DV, ma con tanto entusiasmo, coinvolgendo più di 100 persone tra coetanei e adulti. Dopo parecchie notti insonni, in compagnia di un quarantenne appassionato che ha realizzato il montaggio (e che non finirò mai di ringraziare), portammo a termine il nostro progetto con uno dei primi programmi digitali. Negli anni successivi, seguirono altri “film” e poi, dopo gli studi universitari sulla comunicazione, presso l'Ateneo di Urbino e il Master Accademico, presso la scuola di cinematografia de L'Aquila, sono riuscito a trasformare la mia passione in un lavoro.

Stories

Raccontiamo insieme il tuo progetto

Realizzare un film, razionalmente, vuol dire raccontare una storia; però andando oltre, in un limbo indefinito, significa stabilire una relazione con un'altra anima. Significa sconvolgere gli stati emotivi di entrambi. Significa far nascere un desiderio di condivisione. Conoscenza e condivisione sono le basi di ogni storia, d'amore o di successo. Ogni progetto o evento, vive grazie a un film, che generi un turbamento emotivo in tutti i cuori, con i quali entra in contatto.

Ciascuna storia nasce per essere raccontata

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